lunedì 1 marzo 2010

PERCHE' LO SPORT POPOLARE...




A.S.D. PRIMIDELLASTRADA
TERNI
PALESTRA POPOLARE TERNI
Lo sport di tutti.... Lo sport per tutti !




La situazione sportiva della nostra città vista con gli occhi di noi ragazzi e soprattutto degli adolescenti, appare al momento, alquanto scarsa, sia dal punto di vista impiantistico e strutturale, sia dal punto di vista partecipativo.
La nostra più che una critica ed un elenco delle cose che non vanno, vuole essere una proposta ed un incentivo per arrivare ad una partecipazione allo sport di tutti e per tutti.
Gli impianti così come noi li “sogniamo”, dovrebbero essere tanti e soprattutto funzionanti.
Gli impianti magari polifunzionali in cui i bambini di cinque sei anni possono scegliere lo sport in cui cimentarsi, senza essere condizionati da scelte altrui o dal bombardamento dei media, e con lo scopo finale di aggregare ragazzi e ragazze per il gusto di stare insieme, per il piacere dello sport, senza l’assillo dell’agonismo o del facile guadagno a tutti i costi.
Impianti economicamente accessibili a tutte le fasce sociali, in cui anche i più deboli possono avvalersi di un loro insindacabile diritto.
Impianti che subito dopo “il taglio del nastro” non vengo abbandonati a se stessi fino a renderli cattedrali nel deserto, il più delle volte usati a scopo esclusivamente propagandistico, con il solo risultato di spreco di denaro pubblico e di probabili infiltrazioni di sciacallaggio speculativo, che inevitabilmente avrebbero ripercussioni sulla gente comune che pagherebbe a caro prezzo privatizzazioni selvagge, aumento dei costi e delle tasse, con accessi esclusivi e privilegiati.
Non siamo però così sprovveduti ed ipocriti da far finta di non sapere che per tutto ciò servono soldi ed investimenti, ma siamo sicuri che per dar vita ad una gestione dignitosa, basta azzerare gli sprechi e le situazioni poco chiare in modo che il denaro pubblico venga speso oculatamente con obiettivi popolari e non pregni di strani interessi consociativi che darebbero vita ai soliti e non più tollerabili “baracconi” e che riportino le strutture pubbliche ad uso e consumo della gente semplice.
Due parole vorremmo spenderle anche per coloro che amano vivere lo sport in modo passionale e sono tantissimi, che sono nauseati dalle gestioni autoritarie ed arroganti dei padroni delle società, dalle sempre più stringenti ed anticostituzionali leggi e dai prezzi meno popolari che colpiscono la vera essenza dello sportivo.
Quindi, rivedere e riqualificare il rapporto che lega le proprietà alla città di Terni, per riportare la gente, il popolo, gli appassionati ad essere di nuovo protagonisti e non semplici, inutili ed inanimati manichini come questo sistema omologato, repressivo e capitalista vorrebbero renderli.

SPORT POPOLARE

Pratichiamo lo sport di base nei nostri territori, nelle palestre popolari come nelle piazze e nelle strade, perché lo concepiamo come momento aggregativo e formativo.
Attraverso lo sport stimoliamo le relazioni tra le persone e le invitiamo a vivere gli spazi pubblici come luoghi di identità comune, dove potersi riconoscere nel rispetto delle differenze è sinonimo di inclusione, tolleranza e di sperimentazione di nuova socialità.
In questo senso lo sport ci fornisce l'occasione di ricostruire il nesso tra individuo, comunità e territorio e diviene uno strumento efficace ed indispensabile per combattere il degrado delle periferie e dei quartieri popolari della nostra città.
Partiamo dalla consapevolezza che la pratica sportiva è un grande contributo alla formazione della personalità, soprattutto nei giovani, poiché li spinge a misurarsi con le proprie capacità, li impegna nel migliorarsi, li obbliga a riflettere sull'assunzione di responsabilità e sui propri comportamenti.
Ed ovviamente intendiamo lo sport anche come divertimento e gioco, come corpi in movimento che si scoprono, si sperimentano e si confrontano, come contaminazione di stili e di culture ed anche come competizione sportiva e qualità tecnica.
Le palestre popolari e le altre forme di espressione dello sport popolare sono ormai tante (ricordiamo le diverse esperienze a Roma, Perugia, Reggio Emilia, Milano, Bergamo, Monza, Torino ed altre ancora), esistono da anni nelle nostre città, molte sono nate di recente altre sono “in cantiere”; nascono come percorsi di occupazione e autogestione degli spazi pubblici e sperimentano diverse forme di autofinanziamento.

PALESTRA POPOLARE

La palestra popolare è un piccolo paradiso all'interno del mondo delle palestre, dove si respira un'aria diversa e dove lo sport è vissuto in maniera popolare e leale, senza l'ossessione della competizione a tutti i costi.
A proposito di costi, tutti dicono che la gente deve fare attività sportiva, ma ci spiegate come fa un operaio a spendere 50 – 60 euro al mese per iscriversi in una palestra?
Anche per questo che la palestra popolare è alla portata di tutti, dai benestanti ai meno abbienti, essendo non solo una palestra di sport quindi, ma una palestra di vita e allo stesso tempo un luogo di aggregazione.
Proprio come le palestre di una volta.
La palestra popolare rifiuta le logiche del profitto e della cultura dell'apparire delle palestre capitalistiche.
Lo sport popolare è prima di tutto la risposta dal basso ad un bisogno e ad una carenza espresse dalla società e dalla realtà dei quartieri popolari e di periferia.
Alla base delle palestre popolari c'è l'obbiettivo di promuovere lo sport di base rispondendo al bisogno di un'ampia fascia di cittadinanza e facendo emergere un significato di sport alternativo, inteso come contaminazione di stili, culture, competizione sportiva e qualità tecnica.

LA POPOLARITA'

Per farlo abbiamo deciso di intraprendere, seguendo l’esempio di decine di altre città, la riscoperta della popolarità dello sport.
La riscoperta di noi stessi e della nostra capacità di incontrare gli altri senza bisogno di una mediazione economica totalizzante, con il bisogno di uno spazio fisco concreto come una palestra.
Ed è proprio la possibilità di poter disporre di un posto dove allenarsi ed allo stesso tempo dove confrontarsi a 360 gradi che ci ha dato la spinta necessaria alla costituzione di un’associazione ex novo che vuole concretizzare il sogno palestra popolare.

GIOVANI E SOCIETA'

Un modo al passo con i tempi per garantirci la possibilità, di parlare non solo di calcio ma di giovani e società, di aderire con un ruolo non secondario a tutte le iniziative antirazziste ed antifasciste praticate nella città di Terni e non solo, di sostenere tutte le iniziative solidaristiche verso le comunità in difficoltà, di abbracciare infine ogni battaglia in difesa dei diritti dei lavoratori, oggi messi sempre più in discussione da una precarietà ormai conclamata come elemento strutturale.

LA PALESTRA POPOLARE... RISPONDERE DAL BASSO

Come visto nelle parti introduttive riuscire a rispondere dal basso alle contraddizioni innescate dalla globalizzazione significa innanzi tutto riuscire a ripulire tutti i bisogni sociali dalla economicizzazione forzata imposta dalla realtà contemporanea.
Riuscire nel nostro caso specifico a rendere accessibile a tutti (senza che i costi eccessivi oggi in voga prendano il sopravvento generando un’esclusione aprioristica che rischia di degenerare in disagio conclamato e problematico) l’utilizzo di una palestra, oggi giorno divenuta punto di riferimento privilegiato per l’incontro giovanile, per l’incontro tra culture diverse troppo spesso messe in contrapposizione forzata, per migliorare il proprio benessere fisico partendo dalla curiosità mentale.

TRA DIRE E FARE…



Mens sana in corpore sano, così siamo cresciuti, così ci hanno avviato all’attività fisica, così ci hanno provato a spiegare i valori dello sport, così vuole il migliore spirito olimpico (quello che si accontenta della partecipazione relegando in secondo piano senza eliminarlo l’agonismo, il giocare per vincere a tutti i costi).
Purtroppo la discrasia tra il dire ed il fare, soprattutto nel campo dello sport, è inimmaginabile o meglio lo era fino a qualche giorno fa, quando grazie alle indagini della magistratura, ordinaria prima e sportiva poi, è venuto a galla quello che tutti sapevano e che nessuno osava dire per timore dei potenti.

LE RADICI POPOLARI

Sono insomma le radici popolari dello sport che vanno protette e salvaguardate in questo periodo di caos morale, radici popolari da valorizzare attraverso la vera pratica sportiva, come quello stare insieme, quel sollevare pesi in allegria, quel praticare discipline orientali e non che cercano il continuo equilibrio instabile tra corpo e mente, tra muscoli e cervello, quel riallacciare legami con la realtà dei quartieri degradati recuperando il filo tessuto dai nostri genitori sempre pronti a correre dietro una palla di carta e stracci, sempre pronti a gettarsi nelle strade per viverle fino in fondo.

AL PASSO CON I TEMPI

E’ ovvio, i tempi cambiano e con essi anche gli usi e costumi delle comunità; oggi, nell’epoca dei cellulari super prestanti, dei videogiochi sempre più veritieri, dell’apparire ostentato, delle alienazioni nevrotiche da play station, della moda e della propensione al consumo come forme di affermazione identitaria, non è che si possa pretendere di ritornare ai tempi che furono.
Quello che però va fatto qui e ora è riuscire a soddisfare dal basso le nuove esigenze aggregative, riuscire ad intercettare, favorendolo, uno stare insieme nello sport che non abbia doppi fini se non quelli del sudare per sudare, del correre per correre, del ridere per ridere, del crescere per crescere.

LA DIGNITA'


Riuscire a ridare dignità e popolarità allo sport, nel nostro caso ridare senso socializzante ad un posto oggi divenuto fabbrica di big jim pompati all’inverosimile come la palestra, significa non solo recuperare a “valori veri” un gran numero di adolescenti e giovani che rischiano di assuefarsi alle imposizioni mercificatorie della società contemporanea, ma significa ridurre di fatto tutte quelle potenziali spinte metaidentitarie se non xenofobe con cui oggi troppo spesso l’occidente opulento risponde alle ingiustizie innescate dalla globalizzazione capitalistica.
Riuscire a ricostruire legami sociali intorno ad una palestra popolare significa andare oltre il semplice esercizio fisico, costruendo nello spazio della palestra stessa iniziative culturali volte a ribadire nel tempo cosa sia il vero sport, cosa sia la popolarità, quanto sia importante che lo sport non venga gestito dall’alto per assecondare gli sfizi della classe al comando, ma vada praticato dal basso per esorcizzare fantasmi sottomissivi delle classi subalterne, per ribadire cosa abbia significato lo sport e l’affermazione in esso degli ultimi del mondo.

LA CULTURA E LO SPORT


Iniziative culturali di ampio respiro che non devono essere vissute come lezioni seminariali ma devono essere viste come occasioni di conoscenza e crescita, di affermazioni di una cultura altra che ha resistito al tempo ed ai tentativi di omologazione.
Perché riuscire a proiettare film inerenti la cultura sportiva e popolare in una palestra significa dare interezza e peso specifico tanto a quello che si vede quanto al posto dove si vede, perché presentare un libro tra bilancieri e panche significa ribadire che non esiste benessere fisico senza benessere mentale e viceversa.
Fare tutto ciò richiede un grande sforzo umano che siamo pronti a compiere consapevoli dei nostri mille limiti, consapevoli di non voler solo cominciare un percorso per abbandonarlo subito dopo ma di volerlo portare fino alla fine.
Fino a ricostruire una socialità disinteressata e non mercificata, una solidarietà che vada oltre le differenze, uno stare insieme non interessato e non finalizzato al trionfo dell’uno sull’altro, uno Sport con la “S” maiuscola figlio della volontà popolare e non della soddisfazione degli interessi dei soliti noti.

Nessun commento:

Posta un commento